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Smart Working: che cos’è e come funziona?
Linekit è sempre attenta all’evoluzione del mondo dell’ufficio e dei suoi arredi, ecco perché oggi vi presentiamo lo Smart Working.
Smart letteralmente significa agile, nell’accostamento con il termine working indica una modalità di lavoro dinamica, intelligente.
In concreto, di cosa stiamo parlando?
Smart Working significa lasciare la libertà ai dipendenti di organizzare in maniera flessibile il proprio spazio di lavoro, ovvero lavorando da casa e gestendo i propri orari in autonomia (ma secondo una policy).
Si tratta di una modalità lavorativa che si sta espandendo velocemente anche in Italia, in abbinamento a quella dell’home office, strettamente correlato.
Nel nostro panorama nazionale, il 17% delle imprese ha avviato nel 2015 progetti organici di Smart Working, mentre nel 2014 la percentuale era soltanto dell’8%.
In tutto ciò, la proposta di legge Sacconi funge da catalizzatore per l’affermazione dello Smart Working. Secondo la proposta, l’applicazione è ristretta ai dipendenti con contratti superiori a un anno e redditi sopra i 30.000 €.
Già ad oggi sono numerose le figure professionali che svolgono mansioni esterne alla sede aziendale: si pensi ad esempio alle attività di rappresentanza, consegne merci, manutenzioni impianti. Con lo Smart Working anche incarichi amministrativi e manageriali potranno essere svolti da postazioni home office.
La domanda che sorge spontanea a ogni dipendente è, certamente, se e come questa modalità di lavoro influisca sullo stipendio: nel trattamento economico e normativo non vi sarà alcuna differenza tra coloro che svolgono Smart Working e chi lavora nella sede aziendale.
La quantità di giorni in cui lavorare da esterno è da stabilirsi al momento dell’accordo tra le parti, anche in base alle mansioni svolte e alle necessità lavorative.
Come far funzionare un progetto di Smart Working
È palese che, al fine di far funzionare correttamente il lavoro aziendale anche con lo Smart Working, stabilire una policy di lavoro è d’obbligo, così da fornire regole e limiti di disponibilità ai dipendenti per evitare un’alienazione dell’utente dovuta a un’interconnessione continua e ininterrotta.
All’interno di un gruppo di lavoro Smart bisogna garantire una fascia oraria in cui si è connessi, ad esempio dalle 9.00 alle 18.00, con aggiustamenti di elasticità secondo le esigenze personali e gli appuntamenti con i clienti.
Anche la condivisione online dei documenti e un calendario condiviso con gli impegni di lavoro sono fattori imprescindibili: a questi scopi rispondono diversi supporti online, come Google Drive e Google Calendar.
Inoltre, anche se si tratta più che altro di buon senso, è buona regola creare una postazione di lavoro specifica. Pur trattandosi di home office, lavorare dal tavolo del salotto, o peggio della cucina, non è apprezzato: è necessario organizzare un ambiente da adibire a ufficio e arredarlo con mobili per ufficio in base allo spazio a disposizione. In effetti può trattarsi anche di un piccolo piano di lavoro con cassettiera collocati in un angolo della casa particolarmente tranquillo e lontano da fonti di distrazione.
Il lavoro home office va considerato al pari di un lavoro in ufficio, quindi anche per quanto riguarda il dress code sono da evitare assolutamente pigiama e tuta da casa.
Anche i supporti tecnologici e di connessione devono essere all’altezza: per un telelavoro è impensabile avere una connessione Internet non performante, in questo modo si rimane esclusi dal team di lavoro e lo Smart Working non funziona.
I vantaggi?
I vantaggi di uno Smart Working sono concreti sia per l’imprenditore che per i dipendenti. Per il primo si possono ridurre i costi delle sedi aziendali e della gestione di esse (impianto elettrico, climatizzazione, …); per i dipendenti lavorare da remoto significa una maggiore indipendenza nella gestione dei propri tempi, e, per coloro che hanno famiglia, questo è molto apprezzato. Inoltre, avere una postazione home office significa eliminare i costi di spostamento casa-lavoro: per gli italiani questo risparmio annuo equivarrebbe a 4 miliardi di euro.
Non male vero?